I comportamenti tenuti dal lavoratore nella vita privata sono, in linea di massima, irrilevanti ai fini della lesione del rapporto fiduciario. Tuttavia, ciò non ha carattere illimitato in quanto, allorché per la loro gravità siano tali da far ritenere il lavoratore inidoneo alla prosecuzione del rapporto, il datore di lavoro può procedere al licenziamento, soprattutto nell’ipotesi in cui sia richiesto un ampio margine di fiducia esteso alla serietà dei comportamenti privati del lavoratore.